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(Umberto Boccioni, La città che sale) |
Sono i giorni pieni di sole
setacciati da una gabbia
di cemento, vapori e ferro
che ancora animano
le nostre vecchie,
moderne città.
Il cielo, azzurro
rivive pensieri dolci
mangiati e dimenticati
colori di serpente
appiccicati ai muri
delle case lontane.
Stanco e pietrificato
lo sguardo cessa
di cercare.
Piedini nudi
avanzano fermi
nelle culle grandi
e odorando di pulito.
Si cacciano in gabbie
sempre più grandi
sempre più belle
e più ricche.
La nobiltà è perduta
nella pigrizia
nell'ozio vizioso
d'un giorno comune.
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